Pane, prodotti da forno, patatine fritte e altri alimenti contenenti amidi, nel mirino dell’Unione Europea. Ad aprile entra in vigore il regolamento comunitario 2017/2158, che prescrive misure per la riduzione della presenza di acrilammide negli alimenti.
Che cos’è l’acrilammide
Durante il processo di cottura degli alimenti contenenti amidi (pane, patate e prodotti da forno), si possono formare alcune sostanze dannose come l’acrilammide. Sulla base delle conclusioni dell'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA), l'acrilammide può aumentare il rischio di sviluppare cancro nei consumatori e in particolare nei soggetti più esposti e sensibili come i bambini. Si è ritenuto quindi necessario garantire la sicurezza, stabilendo delle misure atte a ridurne la presenza.
Chi si deve preoccupare
Tutti gli operatori del settore alimentare che producono e immettono sul mercato i seguenti prodotti:
- patate fritte tagliate ottenute a partire da patate fresche;
- patatine, snack, cracker e altri prodotti a base di patate ottenuti a partire da pasta di patate;
- pane;
- prodotti da forno fini: biscotti, gallette, fette biscottate, barrette ai cereali, scones, coni, cialde, crumpets e pane con spezie (panpepato), pane croccante e sostituti del pane;
- caffè torrefatto.
Cosa ha fatto CNA per ridurre i problemi per le micro e piccole imprese.
I problemi per le micro e piccole imprese, derivano principalmente dai costi dei campionamenti e dalla loro frequenza, meno stringenti rispetto a forni e attività industriali.
CNA ha ottenuto una serie di deroghe fra cui la seguente:
“Gli operatori del settore alimentare che producono prodotti alimentari rientranti nel campo di applicazione del presente regolamento e che svolgono attività di vendita al dettaglio e/o riforniscono direttamente solo esercizi locali di vendita al dettaglio sono esonerati dall'obbligo di campionare e analizzare la loro produzione per accertare la presenza di acrilammide, dato che un tale obbligo imporrebbe un onere sproporzionato alla loro attività".
In considerazione dell’impatto del Regolamento e dell’imminenza della sua entrata in vigore, CNA Agroalimentare ha chiesto un incontro con il Ministero della Salute, anche per la predisposizione di linee guida per gli operatori.