Gli scambi commerciali tra le imprese del Vecchio continente e Teheran risentono della uscita statunitense dall’accordo sul nucleare.
Trump è pronto ad applicare il c.d. principio di “extraterritorialità” cioè sanzionare le imprese non americane che traggono profitti dalle relazioni con l’Iran.
Fortunatamente, la Commissione Ue non si fa intimorire dalla politica-internazionale statunitense, infatti, sta avviando il ripristino del regolamento di ‘blocco’ con il quale si potranno risarcire gli eventuali danni subiti dalle decisioni USA.
E, se questo non dovesse essere sufficiente, Bruxelles è pronta ad utilizzare contromisure ancora più efficienti: come la realizzazione di una licenza commerciale per le società europee, e l’avvio delle trattative con il Tesoro americano a favore delle aziende che possiedono stabilimenti negli USA.
E, l’Italia?
Il bel Paese potrebbe prendere spunto dal ‘fondo’ di garanzia che garantisce un ‘credito’ contro le decisioni USA. A questo sono utili i cinque miliardi di euro inseriti dal fondo di garanzia per gli investimenti, ma bisogna attendere che Bruxelles modifichi le regole sugli aiuti di Stato. Inoltre, la Banca europea per gli investimenti potrebbe dare un sostegno sbloccando i finanziamenti per le attività in Iran.
Come ultime strategie la Commissione auspica alla cooperazione europea sull’energia e, propone, una tantum, aiuti finanziari alla Banca centrale dell’Iran. Dal momento che le proposte saranno concrete, si dovrà attendere i due mesi necessari affinché Parlamento e Consiglio Ue approvino le contromisure senza sollevare obiezioni.