L’export raggiunge quota 41 miliardi di euro.
Le esportazioni italiane sembrano non aver risentito minimamente della recente crisi economica e, questo grazie al settore agroalimentare.
A dare conferma di ciò sono i numeri: 61 miliardi di euro di valore aggiunto, 1,4 milioni di lavoratori, più di un milione di aziende e 41 miliardi di euro di vendite.
Raffaele Boriello, direttore generale di Ismea afferma: L’agroalimentare esce dal decennio di crisi con un ruolo più forte nell’economia italiana, dimostrando una grande tenuta economica e sociale nel corso della crisi e una buona capacità di agganciare la ripresa.
I segnali positivi sono stati numerosi: crescita della produttività del lavoro, ripresa degli investimenti, capacità di declinare la multifunzionalità e la qualità, con primati sul fronte dell’agricoltura biologica e delle indicazioni geografiche Dop e Igp; ottimo andamento delle esportazioni, specie di quelle tipiche del made in Italy, quali vino e prodotti trasformati ad alto valore aggiunto”.
Il successo è dovuto all’intreccio della passione, qualità, storia e tradizioneche contraddistinguono il food tricolore.
Per tale motivo non bisogna ‘abbandonare’ questa risorsa anzi, è necessario sapere investire per potenziare l’export ed essere più competitivi.