I paesi dell’Uee diventano un buon partner economico per il brand Made in Italy.
Il 28 e il 29 giugno si saprà il destino delle sanzioni europee alla Russia, nel frattempo, l’Italia rafforza le relazioni commerciali con l’Unione Economica Euroasiatica.
Gli ultimi dati sottolineano il +1,7% di esportazione tra il Made in Italy e l’Uee, esattamente 2 miliardi di euro di prodotti italiani importati in Russia, Kazakistan, Bielorussia, Armenia e Kirghizistan.
E’ il quadro presentato a Roma in occasione del Sesto seminario eurasiatico, al convegno ha presenziato Antonio Fallico, presidente dell’Associazione Conoscere Eurasia e di Banca Intesa Russia, il quale ha ricordato: “ Le imprese italiane stanno potenziando […] anche negli altri mercati dell’Unione. L’Eurasia ha un ruolo pivotale nelle relazioni tra Est e Ovest e nella scacchiera geopolitica globale, e i recenti accordi tariffari dell’Unione economica eurasiatica con la Cina e l’Iran – ha ricordato Fallico – ne sono una chiara dimostrazione. L’Italia non può non giocare questa partita. Così come può avere un ruolo determinante nel dibattito europeo per eliminare le sanzioni contro la Russia, che nel primo trimestre ha ridotto gli acquisti dal nostro Paese dell’1,1% e dell’1,3% nel solo mese di aprile”.
La Bielorussia possiede la più alta percentuale (31,7 % pari a 367,4 milioni di euro) di beni e servizi italiani ed è seguita dal +23,9% dell’Armenia e dal +2% del Kirghizistan.
Nel 2017, l’export nell’Uee ha ‘guadagnato’ 2,7miliardi (+25%) e i prodotti più venduti sono stati: macchinari, attrezzature, tessili (con un aumento del 1,75 miliardi, +13%) e i prodotti chimici (670 milioni di euro, +9%).
In conclusione, i settori del Made in Italy più ricercati sono: meccanica, tessile e i prodotti chimici, anche se il campo agrilo, industriale e di moda promette bene.