“I licenziamenti in massa che stanno avvenendo in alcuni settori, come l’hotel Sheraton di Roma che ha appena licenziato 164 dipendenti, ma anche il protrarsi dello smart working, si ripercuoteranno a breve su tutta l’economia reale delle città, in particolare delle città d’arte delle aree metropolitane. A Roma, si registrano numeri giganteschi in tal senso e la cittadinanza ne risentirà in modo sostanziale perché la filiera lunga del turismo ha un impatto economico pari al 16% del prodotto interno lordo della città”, dichiara Stefano Di Niola, Segretario della CNA di Roma
“Ma quando parliamo della filiera del turismo, non si intendono solo le strutture ricettive in senso stretto, ma anche ristoranti, bar, forniture alimentari e di beni vari, manutentori, produttori di beni per grandi comunità, guide turistiche, tour operator e noleggio bus, taxi e ncc. C’è tutta la filiera cosiddetta “leisure”, che vale sia per i turisti che per i residenti e ci parla di cinema, teatri, concerti, eventi e cerimonie.”
“Il perdurare dello stato di emergenza dettato dalla recrudescenza pandemica scoraggia il turismo sia nazionale che internazionale. Il Governo, dunque, salvi le città d’arte: è indispensabile rifinanziare il bonus affitti e rinnovare le moratorie per finanziamenti e mutui insieme agli ammortizzatori sociali causa Covid per evitare numeri troppo elevati di licenziamenti. È necessario però farlo per tutti i settori perché le interconnessioni sono troppo complesse per essere schematizzate da un codice Ateco e spiegare, ad esempio, ad un imprenditore che costruisce cucine e sale colazione per alberghi che lui dovrà licenziare i propri dipendenti perché non si occupa di turismo in senso stretto. Questo pare difficile, oltre che sbagliato”, dichiara Marco Misischia, Presidente di CNA Turismo Roma.